E’ ora di ripartire, innovazione è la parola chiave per ogni impresa

La battaglia che tutto il mondo ha combattuto in questi ultimi 16 mesi, sembra volgere, con tutti gli scongiuri che il caso impone, verso un esito positivo, è giunta l'ora quindi di calcolare le ricadute negative che il Covid-19 ha avuto sulla realtà economica e le possibili azioni da intraprendere per riprendere il cammino, possibilmente in modo più spedito e profittevole rispetto a 15 mesi fa.
Il rapporto dell’United Nations conference on trade and development (UNCTAD), traccia l’impatto crescente del virus su tutte le aree dell’economia mondiale e mappa come la crisi abbia influenzato il commercio globale, gli investimenti, la produzione, l’occupazione e, in ultima analisi, i mezzi di sussistenza individuali. Ne viene fuori che «L’impatto della pandemia è stato asimmetrico e orientato verso i più vulnerabili, sia all’interno che tra i Paesi, colpendo in modo sproporzionato famiglie a basso reddito, migranti, lavoratori informali e donne. La povertà globale è in aumento per la prima volta dalla crisi finanziaria asiatica del 1998. Nel 1990, il tasso di povertà globale era del 35,9%. Entro il 2018 era stato ridotto all’8,6%, ma nel corso del 2020 è già salito all’8,8% e probabilmente aumenterà per tutto il 2021». Inoltre, il Covid-19 ha avuto un effetto sproporzionato su due settori – turismo e micro, piccole e medie imprese – che impiegano molti lavoratori vulnerabili.

Così come riportato dal PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR), La pandemia di Covid-19 ha colpito l’economia italiana più di altri Paesi europei. Nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto dell’8,9 per cento, a fronte di un calo nell’Unione Europea del 6,2.

L’Italia è stata colpita prima e più duramente dalla crisi sanitaria. Le iniziali chiusure locali sono state disposte a febbraio 2020, e a marzo l’Italia è stata il primo paese dell’UE a dover imporre un lock down generalizzato.
La crisi si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Tra il 1999 e il 2019, il PIL in Italia è cresciuto in totale del 7,9 per cento. Nello stesso periodo in Germania, Francia e Spagna, l’aumento è stato rispettivamente del 30,2, del 32,4 e 43,6 per cento. Tra il 2005 e il 2019, il numero di persone sotto la soglia di
povertà è salita dal 3,3 per cento al 7,7 per cento della popolazione – prima di aumentare ulteriormente nel 2020 fino al 9,4 per cento.

E' fuori di dubbio che l'occasione PNRR è da considerarsi unica ed irripetibile per un rilancio economico del nostro paese che, per poter mettere tutta la sua economia in condizioni di crescere in maniera evidente, debba mettere mano all'implementazione delle infrastrutture tecnologiche e non, ad una sostanziale de-burocratizzazione, nonchè ad una seria riforma fiscale, elementi questi che hanno rappresentato la reale zavorra alla produzione economica di un paese che in passato ha dimostrato di sapersi riprendere da situazioni devastanti e di far diventare la propria economia una delle principali economie mondiali.

Innovare, innovare, innovare è ciò che oggi è necessario fare per riprendere, anzi, iniziare a correre veramente e l'innovazione deve essere declinata in tutti gli aspetti del business e della nostra vita.

Relativamente al business sarà necessaria una forte spinta all'innovazione dei processi, dei modelli di business e dello sviluppo di soluzioni, tenendo sempre più presente le esigenze e l'evoluzione della domanda che viaggerà sempre più di pari passo con l'evoluzione sociale e le nuove abitudini dei singoli.

Gli stessi imprenditori saranno chiamati a modificare la loro offerta al mercato e di conseguenza le loro strategie e organizzazioni, questo al fine di rispondere con maggiore adeguatezza alla domanda ed assumere un livello più alto di competitività che, naturalmente, dovrà passare per i concetti di trasparenza e condivisione.

Lo smart working, negli ultimi mesi scelta forzata di tutti,  entrerà prepotentemente nelle abitudini quotidiane dei più, o quanto meno, di tutti coloro che avranno la lungimiranza di adottare modelli organizzativi e strumenti in grado di favorire la produttività, di creare condivisione circa gli obiettivi dell'organizzazione e dei singoli componenti e maggiore economicità.

L'aspetto incoraggiante di tutto quanto abbiamo evidenziato come necessario per la ripartenza, sta nel fatto che già solo la nostra organizzazione è impegnata ad affiancare imprenditori che dell'innovazione stanno facendo la loro vera mission. Tuttavia, i progetti sui quali siamo già attivi, non manifestano innovazione fine a se stessa, bensì tengono ben conto di quanto viene manifestato dal mercato e molto spesso ignorato, fino ad ora, dai più. 

L'innovazione sulla quale stiamo alacremente lavorando, riguarda diversi mercati, dal finanziario, al tecnologico, a quello relativo all'informazione e tiene conto di elementi importantissimi quali la trasparenza dell'offerta e le performance che tale offerta dovrà garantire ai fruitori, le economicità e l'ottimizzazione dei processi produttivi, oltre ma non in ultima analisi, alla qualità delle attività e delle condizioni delle risorse umane che compongono l'organizzazione.

Riteniamo che questi primi progetti possano rappresentare un buon viatico per la rivisitazione di molte strategie adottate fino ad ora dalle realtà economiche di questo paese ma che da troppo tempo sono rimaste uguali a loro stesse, erodendo così, giorno dopo giorno, elementi di competitività. E' inutile sottolineare che un ruolo determinante lo rivestano le competenze, elemento questo forse un po' trascurato negli ultimi anni ma ingrediente imprescindibile per raggiungere risultati di qualità e duraturi nel tempo. 

 

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