Le persone tornano al centro del modello di business

Ci sono giornate che cominciano con delle conferme, queste conferme riescono a dare ulteriore spinta alla tua azione.

Questo è quello che normalmente suscita un qualsiasi segnale che indichi come corretta la strada intrapresa ma quando le conferme afferiscono a filosofie di approccio al problema che investe le “Persone”, la voglia di continuare su quella strada diventa ancora più grande.

Task Force Management da anni persegue l’obiettivo di rimettere al centro di ogni organizzazione le persone perchè da sempre è convinta che siano proprio le persone e il modo di approcciarsi a loro, di coinvolgerle nei progetti e nelle operatività, di misurarle sulla base dei contributi di pensiero, di assertività e di condivisione a fare la differenze e a portare le iniziative al successo pieno.

Abbiamo registrato, negli ultimi decenni, una forte introduzione nelle organizzazioni di sistemi di misurazioni delle performance (KPI), cosa questa assolutamente giusta e utile ma che ha spinto, nel lungo periodo,  a concentrarci semplicemente sul numero, ignorando, spesso, cosa ci sia dietro quel numero, da cosa sia stato generato e quali siano le condizioni che determinano il peggioramento o il miglioramento del dato numerico.

Questo “modus ragionandi” ha pervaso ogni singola attività venga svolta nelle organizzazioni, nelle aziende, inficiando i principi ispiratori anche delle più sane teorie che hanno determinato un vero e proprio terremoto nel modo di proporre qualsiasi cosa al mercato.

Prendiamo ad esempio il marketing nell’accezione più alta del termine. Il marketing, da molti confuso come metodo per promuovere al meglio, pubblicizzare un determinato prodotto o servizio, nasce da logiche molto più nobili quali quelle di capire l’insorgere di un determinato bisogno reale e soddisfarlo secondo le aspettative di un mercato che è fatto di persone, questo per trasformare la soddisfazione di quel determinato bisogno in un prodotto/servizio in grado di generare un giusto profitto.

Con il passare del tempo, la priorità è stata assunta dal profitto, dimenticandosi che è sempre la reale soddisfazione di un bisogno a generarlo, si è quindi passati, molto spesso, a “vendere” un determinato prodotto/servizio “vestendolo” come risolutore di un bisogno a volte artatamente generato o soddisfatto solo nella forma ma non nella sostanza e tornando quindi a quando le moderne teorie di marketing non venivano applicate, con le ovvie ricadute negative in termini di soddisfazioni dei clienti e fidelizzazioni degli stessi. 

Questo modo di operare ha generato una serie di comportamenti che hanno via, via, trascurato l’importanza delle persone sia dentro che fuori l’organizzazione economica in senso lato. Le persone, tutte, vengono viste come sterili risorse atte a contribuire alla generazione di profitti, facendo così adottare, da parte di gran parte del management aziendale, atteggiamenti coercitivi nei confronti delle persone gestite, in barba a tutte le teorie di gestione delle risorse umane e delle loro competenze che spesso affollano le pagine del web, trovando poi scarso riscontro nella pratica quotidiana all’interno delle organizzazioni. Si sentono sempre più spesso frasi del tipo “non la pago per pensare”, se queste sono le sue performace meglio che si guardi intorno ma fuori da qui” e così via, senza tener conto se le attività assegnate a quelle risorse siano state condivise o siano state semplicemente calate dall’alto, come se il pensare afferisca solo al nucleo ristretto di persone che, accidentalmente o per meriti, si trovano ad occupare posizioni di vertice nell’organizzazione. Ovviamente tali atteggiamenti portano turbolenze all’interno delle organizzazioni che, a loro volta, generano la perdita di competenze vere che non trovano la possibilità di partecipare costruttivamente alla vita e allo sviluppo dell’organizzazione.

Task Force Management da tempo lavora e cerca di promuovere concetti diversi da quelli ad oggi applicati e che tengano realmente conto dei “BISOGNI” quelli veri e della soddisfazione vera di quei bisogni, mettendo al centro di ogni progetto le PERSONE.

Ad oggi possiamo dire, non senza soddisfazione, che questo pensiero, questo modo d’interpretare il business, cominciamo a riscontrarlo in un buon numero d’imprenditori e di progetti che stiamo seguendo, progetti e imprenditori impostati sulla reale soddisfazione di bisogni, con persone realmente coinvolte nella costruzione delle reali e concrete risposte al mercato e che vedono il mercato non solo come un luogo sul quale generare profitti ma un insieme di persone da affiancare per trovare con loro la vera soluzione, cioè quella in grado di offrire vantaggi a tutti gli attori e non solo ad una parte di essi.

Stiamo rilevando una costante attenzione alle persone, soprattutto da parte delle organizzazioni medie e piccole, attenzione che, siamo sicuri, porterà queste a diventare grandi, anche attraverso la collaborazione fattiva e reale fra di loro. Stiamo rilevando una fortissima propensione all’innovazione ma con il recupero di sentimenti etici destinati a migliorare, in tutti i sensi, i modelli di business e le performance che da questi ci si aspetta e con questi anche, perchè no, una visione sociale più a misura d’uomo.

 

 

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